Domenica 27 aprile dalle 19:30
Musica e aperitivo benefit con:
Dj LO TEK da San Pietroburgo, post punk, hip hop, hardcore.
Biblioteca anarchica disordine, via delle anime 2/b Lecce
disordine@riseup.net

Domenica 27 aprile dalle 19:30
Musica e aperitivo benefit con:
Dj LO TEK da San Pietroburgo, post punk, hip hop, hardcore.
Biblioteca anarchica disordine, via delle anime 2/b Lecce
disordine@riseup.net
SABATO 10 MAGGIO
ORE 15.00 APERTURA STAND
ORE 16.30 LA TECNOLOGIA COME PROCESSO DI DEREALIZZAZIONE
Discussione a partire dalla rivista “Negazine”, ed. Anarchismo. A cura di alcune redattrici
Una realtà diminuita, svalutata, impoverita; si pensi al non capire quello che sta davanti, nel suo insieme, dai progetti di sfruttamento ai progetti delle tecniche, dove tutto diviene sfumato e finisce per perdersi sullo sfondo, dove si diviene succubi di qualcosa che a poco a poco sottrae la vera essenza. Questa è l’analisi che si è cercato di sviluppare in questa rivista con l’idea che “colpire gli interstizi esistenti delle tecniche” sia ancora possi bile e visibile.
ORE 18.30 RIFLESSIONI SPARSE SU CRASS, PUNK E ANARCHIA
A cura di Dethector, pilota dell’omonima etichetta e collaboratore di Stella*Nera
Crass: un collettivo punk anarchico attivo dal 1977 al 1984, sette anni di attività musicale e politica; canzoni di protesta, amore e rabbia; un’etichetta discografica, sinceramente e e realmente, indipendente; una miccia accesa che ha contribuito ad accendere altri fuochi.
ORE 21.00 CENA BENEFIT
DOMENICA 11 MAGGIO
Ore 11.00 PROSPETTIVE DI LOTTA CONTRO I CENTRI DI DETENZIONE PER MIGRANTI.
Discussione a partire dal libro Nemici di ogni frontiera. Lotta ai Cpt nel Salento, ed. Anarchismo, 2019. A cura di Alcuni nemici di ogni frontiera
Lottare esclusivamente contro una struttura del dominio, senza connettere la sua esistenza a tutto il restante meccanismo di sopraffazione e controllo, sarebbe lotta e critica esclusivamente parziale, incapace di chiarificare esattamente il ruolo che ogni singolo tassello assume all’interno del puzzle totalitario.
Ore 13.30 PRANZO BENEFIT
Ore 16.30 SE IL LINGUAGGIO TECNOLOGICO SI SOSTITUISCE ALLA POESIA E AL SOGNO…
Presentazione del libro L’eccesso di realtà. La mercificazione del sensibile, di Annie Le Brun, ed. BFS, 2020. A cura di Martina Guerrini, più mostra sull’autrice.
Nella società connessionista vi è una realtà eccessiva che la saturazione di informazioni e immagini nutrono forzatamente fino a modificare l’idea di tempo e di spazio. La scomparsa della metafora, dunque della poesia, impedisce di trovare le parole per dirsi, imponendo un dominio linguistico che mercifica lo stesso sensibile individuale. Questa guerra contro il corpo corrisponde a una sorta di reticolatura degli spazi sensibili, oltre che di quelli fisici.
Ore 20,30 CHIUSURA FIERA
c/o Asfalto Teatro, via D. Birago, 60 Lecce
CONTATTI:
Biblioteca Anarchica Disordine
via delle Anime, 2/b Lecce
disordine@riseup.net disordine.noblogs.org
Due giorni di diffusione e propaganda delle idee anarchiche. Due giorni di libri, incontri, presentazioni e discussioni, per parlare della storia e dell’attualità del pensiero e dell’azione anarchica, del legame indissolubile che le unisce e della loro capacità di incidere nel mondo nella prospettiva di cambiarlo.
Sabato 10 e Domenica 11 maggio
C/O Teatro Asfalto, via Birago 60, Lecce.
Contatti: Biblioteca anarchica disordine, via delle anime 2/b Lecce
disordine@riseup.net, disordine.noblogs.org
A brevissimo il programma completo.
Tornare ai libri, tornare alle idee
“La gente assimila sempre meno. Tutti sono sempre più impazienti, più agitati e irrequieti. Le autostrade e le altre strade di ogni genere sono affollate di gente che va un po’ da per tutto, ovunque, ed è come se non andasse in nessun posto. I profughi della benzina, gli erranti del motore a scoppio. Le città si trasformano in auto-alberghi ambulanti, la gente sempre più dedita al nomadismo va di località in località, seguendo il corso delle maree lunari, passando la notte nella camera dove sei stato tu oggi e io la notte passata.”
Ray Bradbury – Fahrenheit 451
Tornare alle radici, tornare alla solidità materiale. Alle discussioni reali, luoghi fisici di scontro prima che di incontro. Di fronte a una realtà che si sbriciola tra le nostre dita, a una memoria di ciò che è il pensiero anarchico che scompare di fronte al bispensiero mediatico e alla dolce costrizione dei nuovi canali comunicativi, non si poteva che ambire a ripensare il rapporto conflittuale tra ciò che questo mondo impone – la digitalizzazione e la dematerializzazione delle relazioni – e ciò che di antiquato portiamo in cuore e non siamo disposti ad abbandonare – il rifiuto del consenso e l’amore per gli incontri unici e sensuali tra individui in lotta contro questo esistente.
Perché andare ancora in una biblioteca anarchica? Perché sacrificare ore e giorni della propria vita per tenere una porta aperta all’incontro fortuito piuttosto che chiudersi nella perpetua reperibilità senza sforzo del sito internet? Perché c’è dell’altro.
Alimentare la nascita di oscure alcove in cui la stampa e la discussione si mescolano significa continuare a soffiare su delle braci che vogliamo far divampare. Significa non arrendersi all’irreversibilità della perdita del significato, l’appiattimento del linguaggio, l’inutilità della fisicità nel comunicare i propri desideri. Significa non arrendersi all’isolamento ma restare sempre desiderosi e fiduciosi di poter incrociare degli occhi che sentiamo bruciare all’unisono col battito del nostro cuore. E questo incontro non può che avvenire sulla base delle idee. Incontreremo tante persone nella nostra vita, certo. Condivideremo passioni e interessi, giorni di gioco e notti d’amore, ma saranno pochi gli individui che marchieranno a lettere di fuoco il percorso della nostra vita. E quando questi sogni soffocano, ripartire dalle idee è l’unico modo per restare vivi. Non arrendersi alla mediocrità della sopravvivenza è anche continuare ad urlare per le strade chi non siamo e cosa non vogliamo. Tendere l’orecchio e cercare una tenue eco dei nostri sogni, che a volte giunge impensabile ed in modi imprevisti. Il tessuto sociale non è un mistero da svelare con la determinatezza scientifica del processo di causa ed effetto.
www.anarchistlibraries.network
Proponiamo quindi un non-sito, un piccolo assaggio di qualcosa di più grande, che può essere tale solo se si raccoglie la sfida di voler continuare a interrogare il mondo nella sua fisicità, continuare a tenere aperta quella porta, da cui far entrare la rabbia viscerale e da cui uscire con pensieri e azioni inconciliabili con questa opprimente pacificazione sociale, questo clima di guerra e apocalisse, questa soppressione dell’unicità individuale.
D’altro canto, condividere le informazioni comporta già di per sé una maggiore visibilità per i diversi spazi che conservano collezioni e vogliono renderle accessibili e visionabili. Anche perché se a livello globale c’è uno spazio virtuale in cui condividere materiale anarchico che invogli a rendere vivi gli spazi fisici, migliorando collaborativamente la qualità delle descrizioni/metadati e soprattutto che faciliti la stampa e la diffusione di tale materiale nel mondo esterno, allora sì che pensare oltre ai confini nazional-linguistici ed alle Chiese può diventare un elemento di rottura con questo mondo. In ogni caso, abbiamo inserito una funzione di “omissione” per cui ogni spazio può decidere cosa mostrare e cosa no durante il processo di ricerca dal proprio account: non si tratta quindi di trovare un consenso forzato su cosa sia anarchico e cosa no, ma ogni gruppo di persone può operare indipendentemente le proprie valutazioni e le proprie considerazioni. Anche questo è un elemento per cui in questo progetto, che non vuole diventare un’identità politica o un riferimento di “appartenenza”, si possano ritrovare sensibilità e progettualità accomunate dall’essere nemiche dell’autorità ma con diverse sfumature e anche grosse divergenze progettuali.
Come contribuire
Attraverso anarchistlibraries.network vorremo supportare la diffusione delle idee anarchiche rendendo ricercabili, stampabili e migliorabili (collaborativamente) i diversi database; dare visibilità agli spazi fisici che conservano al loro interno biblioteche e archivi anarchici.
Potete contribuire al progetto condividendo i vostri materiali e migliorando i metadati e la completezza delle informazioni.
La condivisione dei propri archivi può avvenire in vari modi (come spiegato nelle note tecniche).
Per qualsiasi richiesta o per aggiungere la vostra fonte di dati contattateci. Verrete aiutati e supportati per organizzare al meglio l’importazione del catalogo e la creazione del vostro profilo:
info@anarchistlibraries.network
Tutto scaricabile?
La riproposizione online di testi e scansioni di libri e riviste, antiche quanto contemporanee, non è una pratica universalmente condivisa. È possibile inserire il proprio archivio utilizzando diverse possibilità:
Realtà pubblica e catalogo accessibile – Tutti i progetti che sono pubblicamente accessibili e che vogliono rendere il loro catalogo liberamente consultabile online.
Realtà pubblica e catalogo riservato – Per i progetti che sono pubblicamente accessibili ma che vogliono tenere il loro catalogo consultabile solo se è stata effettuata l’autenticazione.
Realtà privata e catalogo riservato – Per tutti quei fondi di testi che non sono pubblicamente accessibili (ad esempio biblioteche private) ma che vogliono comunque condividere il loro catalogo e renderlo consultabile se è stata effettuata l’autenticazione all’interno del sito.
Note tecniche
Questo collettore funziona raccogliendo diverse fonti di dati che provengono dai diversi archivi o biblioteche (oai-pmh, fogli di calcolo, hard disk di pdf con un qualsiasi indice) e li rende consultabili. Ogni fonte di dati ha un account dal quale può svolgere diverse operazioni tra cui impostare le relazioni linguistiche (testo B tradotto dal testo A), e può unificare sia i riferimenti a chi ha scritto un testo (si veda ad esempio il problema delle diverse traslitterazioni/traduzioni dei nomi) sia unificare i diversi testi sotto una stessa voce se caricati separatamente. Il modello logico di riferimento è quello IFLA-LRM, ovvero non un semplice elenco di caratteristiche ma il rapporto e la relazione tra gli elementi di un catalogo. Questo progetto è orientato alla fisicità nonostante sia un progetto digitale. Infatti, ogni spazio/sito avrà la possibilità di inserire i propri dati, descrivere la propria attività e così via. Il progetto accetta tanto le sole citazioni bibliografiche che le scansioni grezze che i testi editabili e ristampabili utilizzando la piattaforma software di amusewiki. Questo significa che la collezione può essere arricchita e completata non solo del “nome” dei libri, non solo della loro “scansione” ma anche del loro “testo”, impaginabile e riproducibile a mezzo stampa. Tuttavia ogni biblioteca, archivio o casa editrice potrà decidere autonomamente se rendere il proprio materiale “pubblico” (si vedano i vari progetti “anarchist library”) oppure “privato”, ovvero consultabile solo da utenti loggati, cioè che si trovano ad esempio all’interno degli altri spazi fisici che hanno un account. Quindi, di fatto, è come se si trattasse di un grande sistema interbibliotecario non solo di titoli ma anche del contenuto dei testi. Lo sviluppo ed il miglioramento dei metadati è completamente collaborativo e non influisce sul modo in cui i singoli spazi hanno fatto la loro catalogazione.
In conclusione
Basandosi su un principio federativo questo progetto non sostituisce i singoli siti ma offre la possibilità di aggregarne i contenuti in maniera non gerarchica e completamente indipendente ed autonoma. La proposta si muove quindi sul piano metodologico e non ad esempio su ciò che le diverse realtà decidono di conservare e di indicizzare.
Dato che l’accesso completo ai testi presenti sul collettore e la possibilità di crearsi un’utenza per poter fare una ricerca completa dovrebbe rappresentare un ulteriore motivo per recarsi nei luoghi fisici, il sito non può diventare un’alternativa ad essi.
Vorremmo riuscire a semplificare il processo, dentro e tra gli spazi anarchici, di reperimento, (ri)stampa, traduzione, conservazione in forma cartacea e/o distribuzione dei testi scritti oltre che le relazioni (anche internazionali) tra gruppi e/o individui – anche in anonimato.
Inoltre, rendere facilmente editabili i metadati, basati sui nuovi standard, e la ricostruzione delle relazioni bibliografiche tra i diversi testi e le diverse traduzioni, sulla cui base poter potenzialmente sviluppare ulteriori meta-analisi di tipo storico-archivistico più approfondite.
Infine, razionalizzare il formato dei file e dei metadati, agevolare la possibilità di fare backup massivi, evitare di costruire progetti su collegamenti che poi si interrompono, avere la possibilità di sapere cosa esiste già (ad esempio scansioni) o cosa manca (ad esempio nelle collezioni di periodici) in maniera rapida e intuitiva.
www.anarchistlibraries.network – info@anarchistlibraries.network
Tratto da Inattuale n. 4 aprile 2025, per richiedere copie di Inattuale, bollettino di critica e cultura anarchica, scrivere a inattuale@riseup.net
VENERDÌ 28 FEBBRAIO
ORE 20:00
CENA BENEFIT PER “INATTUALE”
BOLLETTINO DI CRITICA E CULTURA ANARCHICA
Un’occasione per discutere delle tematiche del bollettino
e mangiare insieme.
Davanti ad una orrorifica realtà mondiale,
restare aggrappati ai nostri sogni rappresenta un’àncora di salvezza;
i nostri sogni di anarchici che ancora, ostinatamente,
credono possibile concretizzare una realtà altra.
I nostri sogni non come artificio per estraniarsi dalla realtà stessa,
come anestetico per alienarsi, bensì come
spinta all’azione
per mettersi di traverso alla
ragione
del dominio.
Antipasto: pizze della casa
Primo: Cous cous con verdure
Secondo: focacce di patate
Dolce: Crostata
Contributo 10 euro, richiesta prenotazione
BIBLIOTECA ANARCHICA DISORDINE
VIA DELLE ANIME 2/B LECCE
disordine@riseup.net disordine.noblogs.org
Entre gêne et sarcasme, piques et ricanements, c’est un sujet qui a toujours été disputé.
Les deux positions ont leurs partisans et leurs détracteurs ; on en parle dans les écoles, les bars et les milieux universitaires qui se sont occupés de la question avec des études scientifiques sérieuses. Pourtant, jusqu’à présent, du moins à notre connaissance, ce point délicat n’a pas encore été entièrement et totalement tranché.
Est-ce que les centimètres, ça compte, ou pas ?
Beaucoup, défenseurs de la mesure la plus rigoureuse qui soit, peut-être influencés par un imaginaire construit sur une abondante filmographie, soutiennent que oui. Qu’on ne peut absolument pas s’en passer dans certains domaines. Et beaucoup d’autres soutiennent qu’après tout, ils ne sont pas si importants que cela. Qu’on peut résoudre la question de bien d’autres manières, y compris en utilisant d’autres instruments…
Finalement, c’est l’histoire récente qui s’est chargée de donner une réponse, sinon définitive, en tout cas en faisant pencher la balance d’un côté.
Eh bien oui, les centimètres ça compte !
Si ce n’était pas le cas, un président différent se serait installé aujourd’hui à la Maison Blanche, et le nom de Thomas Matthew Crooks qui, le 13 juillet 2024, à 18h11, a effleuré d’une balle l’oreille droite de Donald Trump, n’aurait pas résonné de manière aussi anonyme.
Cela n’aurait pas changé grand-chose ; la plus grande démocratie du monde aurait toujours eu son président élu. Mais sur la planète entière, on aurait par contre pu apprécier tout ce qu’un individu, armé de sa propre ténacité et de son inventivité –et en l’occurrence aussi d’un bon fusil–, peut être capable de faire ; indépendamment de ses motivations, que personne ne connaît vraiment.
Lorsque le monde tourne de plus en plus vite, il est réconfortant de voir que quelqu’un parvient encore à se concentrer sur le bon objectif –et Luigi Mangione nous l’a encore rappelé quelques mois plus tard– au lieu de massacrer des innocents dans la rue ou dans les écoles. Pour cela, les États suffisent.
Pour leurs bombes, les centimètres n’ont aucune importance
Tradotto da sansnom.noblogs.org
Tra imbarazzo e sarcasmo, frecciatine e risatine, è un argomento di cui si discute da sempre.
Entrambe le posizioni hanno i loro partigiani e i loro detrattori; se ne parla nelle scuole, nei bar e negli ambienti accademici, che si sono occupati della questione con tanto di studi scientifici e seri. Eppure finora, almeno a nostra conoscenza, l’arcano quesito non è stato ancora del tutto e completamente risolto.
I centimetri sono importanti oppure no?
In tanti, sostenitori della misurazione più rigorosa, forse influenzati dall’immaginario costruito da una corposa filmografia, sostengono che sì, non si può assolutamente fare a meno di prenderli in considerazione quando si tratta di certe faccende; molti altri sostengono che, in fondo, non siano così importanti, e la questione si possa risolvere in molti altri modi, magari anche adoperando altri strumenti…
Alla fine è stata la storia recente a incaricarsi di dare una risposta, se non definitiva, quantomeno che fa pendere la bilancia da un lato.
Ebbene sì, i centimetri sono importanti.
Se così non fosse, oggi alla Casa Bianca, a Washington, si sarebbe insediato un presidente diverso, ed il nome di Thomas Matthew Crooks, che il 13 luglio 2024, alle 18.11, ha colpito di striscio all’orecchio destro Donald Trump con un proiettile, non sarebbe risuonato così anonimo.
Non che sarebbe cambiato granché; la più grande democrazia del mondo avrebbe sempre avuto il suo presidente eletto. Sull’intero pianeta però si sarebbe potuto apprezzare quanto un individuo, armato della propria tenacia e inventiva – e nel caso specifico anche di una buona carabina – può essere in grado di fare; a prescindere dalle motivazioni, che nessuno realmente conosce.
Quando il mondo gira sempre più velocemente è consolatorio vedere che qualcuno riesce ancora a mettere a fuoco l’obiettivo giusto – e Luigi Mangione ce lo ha ricordato appena qualche mese dopo – anziché massacrare gente innocente per strada o nelle scuole. Per quello sono sufficienti gli Stati.
Per le loro bombe i centimetri non sono affatto importanti.