Un ricordo

Non è semplice a volte scrivere senza correre il rischio di cadere nella retorica.

La morte di Alfredo Bonanno ha lasciato quello che, retoricamente appunto, si definisce un vuoto incolmabile. Un vuoto per molti compagni – e sono centinaia – che, una volta avvicinatisi all’anarchismo, hanno succhiato linfa vitale dai suoi scritti, sparsi su libri, riviste e giornali. Scritti di analisi per meglio comprendere il mondo e le evoluzioni del dominio, e approfondire il modo – uno dei modi – con cui provare a contrastarlo. Le sue analisi sono state lenti con cui osservare le cose da un’altra angolazione, e questo modo di guardare diversamente la realtà, di analizzarla con una prospettiva altra è forse la cosa che più affascina dell’anarchismo e più mancherà di Alfredo. Che fosse un suo scritto, una discussione pubblica nel corso di una iniziativa o una chiacchierata a cena, aveva la capacità di stimolare quella riflessione che spesso ti portava a stare in silenzio e rimuginare su quanto avevi letto o ascoltato, portandoti a fare nuovi ragionamenti, a intravvedere orizzonti diversi.

Ovviamente Alfredo non è stato solo un teorico, ma anche un uomo d’azione, incarnando perfettamente quel connubio tra teoria e pratica, tra pensiero e azione che dovrebbe essere alla base del vissuto di ogni compagno. Anche di ciò ha lasciato traccia nei suoi scritti, in ciò che ha voluto o potuto raccontare, quando non è stata la cronaca a farsi carico di evidenziare quanto non si sarebbe dovuto sapere.

L’anarchismo qui ed ora, questa ci sembra essere stata la vita di Alfredo Bonanno. Ad un anno di distanza dalla sua scomparsa, ci sembrava doveroso un ricordo su un bollettino come il nostro, di critica e cultura anarchica; un bollettino che si occupa principalmente di libri, quei libri che Alfredo tanto amava. Quei libri che Alfredo ha scritto, composto, impresso, rilegato e distribuito, e dentro i quali ha lasciato una ricchissima eredità da cui altri compagni continueranno a succhiare linfa vitale. Quei libri a cui tanti suggerimenti potranno attingere nuove generazioni di compagni.

Tratto da Inattuale, bollettino di critica e cultura anarchica, numero 3, dicembre 2024.

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