Ostinati come tutti i giocatori accaniti, ed ottusamente ottimisti perché la prossima volta potrebbe essere quella buona. Certo, finora le cose sono andate male, ma proprio per questo la percentuale – secondo il calcolo delle probabilità – è maggiore.
Non c’è nulla da fare, i giocatori dell’otto sono fatti così: nonostante gli anni sprecati a sperare nella cinquina vincente che non è mai arrivata, continuano a giocare. E non si tratta di tentare la fortuna scegliendo i numeri sbagliati, no: è proprio il gioco in sé ad essere perdente. È stato ideato apposta dallo Stato, il quale ne trae introiti notevolissimi, e il Banco vince sempre. Non è mica un caso se da una estrazione settimanale si è passati a tre. Per dare più opportunità ai giocatori o prenderli in giro tre volte e guadagnare il triplo?
Ricorda un po’ la Giurisprudenza italiana, dove se va male un ricorso al Prefetto puoi sempre appellarti al Tar e, infine, al Consiglio di Stato: ne ricavi la percezione di poter essere tutelato, ma in realtà è lo Stato che ti prende tre volte per il culo…
Eppure, per tornare al gioco dell’otto, è lo stesso Stato a premurarsi di avvisarti, te lo dice esplicitamente che quel gioco può causare dipendenza patologica, tanto lo sa che quell’avvertimento sarà inutile, perché il giocatore dell’otto patologico lo è già, lo è diventato molto tempo prima, quando ha introiettato il concetto che, per tentare di cambiare le sorti della sua esistenza, il gioco dell’otto che gli offriva lo Stato era l’unica possibilità. E quando pensa di aver intravisto un’altra possibilità, non si rende conto che si sofferma a guardare sempre tra quelle offerte allo stesso tavolo e dal medesimo croupier. Quindi, si tratta al massimo di passare dal gioco dell’otto al gratta & vinci ma, ancora una volta, il Banco vince sempre.
Eh – dirà qualcuno – ma allora cosa bisogna fare?
Semplice. Smettere di giocare. Sfasciare l’urna in cui si mischiano i numeri dell’otto, bruciare tutti i gratta & vinci, prendere a martellate le slot machine… Chissà , il giocatore dell’otto, quante delusioni eviterebbe e quante false aspettative, in cui per primo non crede, si risparmierebbe. E chissà quale gioia potrebbe ricavare una volta scoperto che non ha bisogno di nessun gioco predeterminato, ma potrebbe inventarne uno completamente nuovo.
Alcuni nemici della ludopatia
(dicembre 2018, per la giornata “Io l’otto, contro Tap e le grandi opere inutili”)