Sudditi e suddite, state a sentire!
A scrivere è chi comanda nel vostro territorio e chi comanda è chi ha soldi e potere. Sono sorpreso della vostra ingenuità. Pensavate di potervi opporre ad una grande opera, dietro la quale vi sono fiumi di denaro, interessi, potere.
E per un po’ di tempo, il rumore delle vostre proteste mi è arrivato. Si tratta ormai di qualche anno fa. Pensavo di finire l’opera in quattro e quattro otto e invece una manciata di cafoni, idealisti, ecologisti, alcuni senza Dio né padroni, gente che pretendeva di difendere la sua terra si è messa in mezzo.
Stava accadendo l’imprevisto. Il progresso – perché lo sapete che si chiama progresso, la devastazione della natura e il profitto che se ne ricava -, il progresso, si voleva fermare il progresso!
Ma che cosa potevate voi, manciata di ingrati, che non apprezzate le briciole che cadono dalle tavole dei potenti, che non accettate le compensazioni!
Altri, più furbi e decisamente più moderni, lo fanno. C’è chi venderebbe pure la propria madre in cambio delle briciole, di potere, di visibilità, di un po’ di denaro.
E voi invece testardi! Nell’indifferenza generale, perché dovete ammetterlo che la gran parte della gente se ne sta comodamente a casa o su facebook, voi vi siete messi in mezzo, sfidando i guardiani del potere, senza i quali, in effetti, poco si potrebbe fare.
Avete messo in mezzo i vostri corpi, avete gridato, sbraitato, manifestato, bloccato e avete pure sabotato.
Ma sudditi e suddite, io dalla mia ho la polizia, i carabinieri, la guardia di finanza, la polizia scientifica, i servizi segreti, e se serve anche l’esercito, l’aeronautica e la marina militare.
Eppure voi testardi, sempre lì, a dare fastidio, a tentare di mettere i bastoni tra le ruote.
Ora che avete capito che anche la giustizia dei tribunali è dalla mia parte – come poteva essere altrimenti? – spero vi darete una calmata.
Devo dire che anche io ho commesso un errore. No, non quello di aggirare la legge, di inquinare o imporre con la forza la mia presenza su un territorio. No, questa è la normalità delle grandi opere, la normalità del potere.
Il mio errore è stato non considerare l’imprevisto, e cioè esseri umani, pensanti, talvolta idealisti, talvolta senza Dio né padroni, che lottano, che rischiano, che odiano il potere.
E cioè non considerare che non tutti sono sudditi e suddite e che tutti potrebbero non esserlo.
E mi auguro fortemente che questi gesti non vengano comunicati né suggeriti, né attuati, perché che cosa accadrebbe se si diffondesse la pratica dell’odio verso il potere?