È morto così, tentando il gesto più bello per riprendere in mano la poca vita che gli restava da vivere.
Un uomo di 91 anni della provincia di Lecce ha provato a scappare da quella che la lingua edulcorata delle istituzioni chiama Residenza Sanitaria Assistenziale – ovvero un ospizio, un parcheggio per anziani –, in provincia di Pavia, calandosi dalla sua stanza al primo piano tramite un tubo di gomma di quelli usati per l’irrigazione. Le mani però hanno ceduto e le lesioni riportate gli sono state fatali.
Contadino, abituato a vivere all’aria aperta, non accettava di morire chiuso in una stanza, tra altre persone che attendevano la morte nella routine di un solitario con le carte, le ore scandite dai pasti e dai farmaci, e qualche pannolone da cambiare. Ha scelto la dignità della fuga e della riappropriazione di se stesso, e sebbene le cose siano andate male, ha avuto quanto meno il merito di provarci; fulgido esempio di non rassegnazione, in un’epoca in cui siamo abituati ad accettare in silenzio qualunque restrizione alle già poche libertà che ancora ci vengono concesse, al massimo mugugnando nel chiuso delle nostre stanze.
Lui no. Ha atteso il cambio turno degli infermieri, ha aperto la finestra, ed è andato…