Se Gaza è dappertutto…

«…Si tratta di nazismo, certo, ma che prima di esserne le vittime ne siamo stati complici; che quel nazismo lo si è sostenuto prima di subirlo, lo si è assolto, si è chiuso un occhio, lo si è legittimato, perché sino a quel momento, era stato esercitato con i popoli non europei; che quel nazismo lo si è alimentato, se ne è responsabili, e che sgorga, penetra, sgocciola, prima di inondare con le sue acque insanguinate tutte le fessure della civiltà occidentale e cristiana».
Aimé Césaire, Discorso sul colonialismo.

Da molti mesi ormai abbiamo negli occhi l’orrore infinito che sta perpetrando a Gaza e in Palestina il Governo israeliano. Arrivare ad ammazzare deliberatamente persone in fila per un pezzo di pane ha dell’indicibile, qualcosa che le nostre voci non sono in grado di pronunciare. La freddezza meccanica e scientifica con cui Israele, il suo Governo e le sue forze militari stanno portando avanti lo sterminio della popolazione palestinese tortura il profondo del nostro animo perché non siamo in grado di fermare ora, in questo momento, tale terrore. Non possiamo chiamarci fuori da tutto ciò; molti Governi, tra cui quello italiano, sostengono tale massacro; molte aziende, tra cui l’italiana Leonardo spa, producono gli armamenti che vengono usati direttamente contro i palestinesi. Anche i più piccoli gesti, come l’uso di paypal o un panino da Mcdonald, armano le mani di soldati che imbracciano fucili, che gettano bombe o che, molto più freddamente, progettano, costruiscono o comandano un drone che mieterà ulteriori vittime. Disumanizzare l’umano, considerarlo oggetto di conquista insieme alla terra su cui abita, renderlo un numero in più sulla lista dei morti che crescono ogni giorno. Ecco ciò che sta accadendo.
Celebrare la cultura ebraica nella giornata europea ad essa dedicata mentre tutto ciò avviene, è atto che mette i brividi. Cristallizzare l’oppressione e la disumanizzazione subita dagli ebrei mentre lo Stato Israeliano, con la complicità di molti Stati occidentali e arabi, continua a perpetrare assassinii, deportazioni, violenze e massacri a danno della popolazione palestinese, è parte di una cultura coloniale e razzista. Che si tratti di genocidio, di pulizia etnica, di sterminio, ciò che conta è che l’unica cosa che dovremmo fare è fermarlo, a qualsiasi latitudine ci si trovi, a qualsiasi tradizione si appartenga. E fare i nomi e i cognomi di chi lo sta realizzando, di chi sta cancellando la vita dei palestinesi, la loro storia e il loro futuro, la loro cultura, dopo averne distrutto le case, le strade, le scuole, gli ospedali. A che serve la memoria, se nulla è servito a che non si ripetesse più. A che serve la persuasione di se stessi se è la retorica, delle false parole, dei gesti mendaci e delle istituzioni brutali ad avere la meglio. Gaza è dappertutto, perché è la falsa coscienza di un mondo decrepito, sull’orlo della catastrofe. Le buone intenzioni servono a poco. Contrastare la guerra e il militarismo, disertare la logica della sopraffazione e della conquista. Attaccare il militarismo e la logica militare ovunque si presenti. Non rassegniamoci ad un presente e un futuro di guerre, eserciti, gerarchie e signor sì.

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Se Gaza è dappertutto

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