Bloccare Tap non ci basta. Ciò che vogliamo è molto di più. Autogestire i nostri bisogni e i nostri spazi. Farla finita con chi produce profitto, devastazione e sfruttamento. Opporsi radicalmente a chi tutto questo lo impone. In poche parole farla finita con lo Stato e l’Economia.
Costretti nella nostra quotidianità, dalla culla alla bara, trascorriamo la nostra vita incatenati ad un bisogno di sopravvivenza e ad un ordine che irreggimenta. A tutto questo si aggiunge il ricatto e la paura. Infranto il sogno del lavoro che nobilita, la socialità è stata cancellata; il benessere acquisito si è allontanato sempre più e il desiderio delle merci ha reso schiavi di un mondo senza vita. Resta l’incertezza e la paura del diverso, di chi fanno credere essere il nostro nemico, così da distogliere da coloro che giocano a risiko sulle mappe dei luoghi che abitiamo. Si chiamano governi, si chiamano multinazionali e hanno dichiarato guerra a tutti gli esseri viventi, sé stessi esclusi.
E allora a noi non resta che l’immaginazione. Di una vita priva di autorità, di controllo, di sfruttamento, di gabbie. E l’immaginazione, se la si sperimenta, mette in risalto i sensi e fa prendere gusto. Vogliamo assaggiare, vogliamo provare, vogliamo incidere.
Bloccare Tap quindi per rompere molto altro. Per sottrarre linfa a chi vuole continuare a depredare risorse a questo mondo al fine di continuare a produrre merci e scatenare guerre.
Bloccare Tap per ricominciare a organizzarsi da sé e riappropriarsi dei saperi e del tempo.
Bloccare Tap perché siamo individui, unici, singolari, pensanti, consapevoli e vogliamo decidere della nostra esistenza.
Se ci costringessimo sotto un’unica bandiera, un unico slogan, un unico movimento la nostra battaglia sarebbe già stata tradita.
Bloccare Tap perché ciò che ci preme, ci ruba il sonno, ci spinge a lottare, in questa come in altre occasioni, in fondo è sempre lo stesso desiderio di libertà.
Nemici di Tap