Patria!

La patria! Divisione arbitraria che separa l’umanità per permettere ai ciarlatani della politica e della finanza, non appena lo esige il loro egoismo, di scagliare i popoli l’uno contro l’altro. Che importa dei cadaveri che giacciono al suolo, più noi versiamo del sangue e migliore sarà il loro raccolto; la rossa rugiada non è forse la più fruttuosa per loro?

La patria! È bella per noi che non abbiamo né soldi, né abiti, per noi che siamo sfruttati ogni giorno da coloro che si riempiono la bocca di questa parola, la patria, soprattutto quando siamo chiamati a difendere nient’altro che i nostri strumenti di tortura.

I possidenti e i governanti non hanno bisogno soltanto della carne da lavoro che gli permette di riempire le loro casseforti, ma anche della carne da macello per difendere la loro proprietà acquisita così bene e allora danno i fucili ai giovani, gli dicono di sparare sia sui loro fratelli di miseria che vivono al di là della frontiera sia sui loro padri e fratelli.

Se cantate sapendo tutto questo, sarete degni dei capi che vi comanderanno con l’insulto sulle labbra e puntandovi contro la spada.

Ma se, nauseati da questo stato di cose, volete come noi il benessere per tutti, vi deciderete a sferzare un colpo dopo l’altro alla società attuale e lotterete al contrario contro questa patria disumana, contro gli sfruttatori e i governanti, contro i vampiri che vivono di questi pregiudizi che costano così tanto sangue, così tanta miseria.

Dalla patria deriva la schiavitù, dal suo crollo nascerà la libertà. Sta a voi scegliere tra rivoluzione e militarismo, tra la dignità e l’avvilimento.

La Jeunesse Révolutionairre (1891)

Fuoco! Sangue! Veleno! Patto con la morte.                                                                    Anarchici a Marsiglia alla fine del XIX secolo, Indesiderabili edizioni, ottobre 2020

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