(…) Farò un breve discorso per cercare di capire perché siamo contro lo Stato. Ma come? La gente pensa che lo Stato siamo noi, siamo tutti! Lo Stato italiano, pensate un po’, ci difende, noi abbiamo un esercito, noi abbiamo frontiere custodite da persone che indossano una divisa. Ma per difenderci da che cosa? Dai nostri amici vicini. Possono questi nostri amici vicini costituire per noi un pericolo? No, che c’entra, non possono costituire per noi un pericolo. E allora che caspita fanno tutti questi uomini in divisa? Per difenderci da che cosa? Da qualche pazzo furioso che viene dalle lontane lande della miseria dove le nostre industrie belliche hanno spedito i loro armamenti, perché si facciano là i massacri. Massacri quotidiani, di donne e bambini, di uomini! Poi loro arrivano qua e ci sparano qualche bombetta tra le gambe. E allora bisogna naturalmente difendersi, lo Stato è questo!
Lo Stato è quella forza disumana che mi permette in questo momento di avvicinarmi a voi attraverso questo strumento che ho nelle mani, che mi aiuta a dire quello che ho in mente. Liberamente. Perché siamo in un Paese libero fino a un certo punto! Perché? Se facciamo l’elenco delle cose che si possono fare e a fianco ci mettiamo l’elenco delle cose che non si possono fare, queste seconde cose sono come numero e come importanza di gran lunga superiori alle prime! Io per esempio non posso entrare in un luogo dove si trovano i soldi, allungare la mano, prenderne una parte che per me è la sopravvivenza e portarmeli fuori. Perché immediatamente fuori dalla porta trovo un uomo in divisa che mi dice: “Fermo!” Hai commesso questo reato, e quindi vieni con me che ti porto in caserma.
Questo è lo Stato! E questa è l’efficienza dello Stato, questo è lo Stato che ci tutela. Fino ad un certo punto amici miei! Ci tutela e ci fa permanere nella nostra condizione di sudditi! Non dimentichiamola questa parola, mai! Sudditi, vuol dire gente che sta sotto, dobbiamo stare sottomessi, persone che non possono alzare la testa! Che non possono definirsi individui! Uomini, donne. No! Sudditi! Guai se qualcuno di questi sudditi dice qualcosa che non va detto! O che non va fatto. Perché evidentemente l’efficienza dello Stato si erge come la testa della medusa e si abbatte sul povero disgraziato. Ma quando invece emergono bisogni urgenti, e quindi esigenze radicali come quelle che viviamo in questi giorni, quando lo Stato dovrebbe fare delle cose essenziali, ecco che queste cose per esempio è inutile che ci prendiamo in giro stiamo parlando della sanità, ecco che improvvisamente queste cose che lo Stato è chiamato ad assolvere, tentennano. Ogni giorno ci sono comunicati, uno diverso dall’altro. Comunicati che vengono emanati senza un minimo di criterio, dai mezzi di informazione e che non hanno senso! Non hanno significato! Perché non sono costituiti su campioni qualificati. Che vuol dire campioni qualificati? Vuol dire che io dico che su 100.000 che hanno fatto i tamponi ci sono stati 20.000 colpiti dal virus, quei 100.000 da che cosa sono costituiti? Che cos’è un numero? 100.000 che vuol dire? Il campione dovrebbe essere selezionato, esso è costituito da tutte le fasce sociali, da tutte le attività sociali, a tutti i livelli d’età, da tutti i livelli sociali che si sono formati via via, e questo sarebbe un metodo che avrebbe un senso. Allora quei 10.000 che sono contagiati, avrebbero un loro significato, 7-800 morti avrebbero un significato. Allora, parliamoci chiaramente, lo Stato non fa il suo mestiere. Non lo fa per tre motivi. Primo, perché non lo sa fare. Perché in effetti lo Stato non sa che fare una cosa sola: la repressione! Secondo: non ci fornisce i dati perché ha paura di fornirceli, qualora riuscisse a fornirceli. Terzo perché i suoi scopi indiretti e non tanto nascosti sono quelli di tenerci nella nostra miseria culturale!
Nella nostra miseria della conoscenza. Noi stiamo perdendo la capacità di capire! La capacità di conoscere! La capacità di studiare! La capacità di approfondire. Questo stiamo perdendo! Ed è questo ciò che lo Stato vuole, per trasformare la società in un insieme di fantasmi acconsenzienti. Per cui qualunque messaggio, qualunque azione, qualunque gesto, qualunque repressione, qualunque massacro realizzato dallo Stato passerebbe inosservato. Ecco quello che gli anarchici questa sera, nonostante la mia voce piuttosto farfallante, cercano di dire: attenzione, guardate sempre con sospetto tutte le azioni che provengono dallo Stato. Tutti i fatti, tutti i provvedimenti, tutto quello che proviene dallo Stato. Sottoponetelo ad una critica, una critica forte e penetrante, finché ne saremo capaci. Grazie.
Intervento di Alfredo M. Bonanno, Trieste, 18 dicembre 2020
CONTRO LO STATO, Comizi anarchici a Trieste, Autunno 2020, Ed. El Rusac
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