Nuovi titoli in Biblioteca

NUOVI TITOLI DISPONIBILI PER LA CONSULTAZIONE

  • n’Drea (Andrea Doria), Medicina maledetta e assassina, ed. ACRATI, 2021, pag. 55;
  • Soccorso Rosso Napoletano (a cura del), I NAP. Storia politica dei Nuclei Armati Proletari e requisitoria del Tribunale di Napoli, Collettivo Editoriale Librirossi, 1976, pag. 251;
  • Misato Toda, Anarchismo in Giappone. Scritti scelti, ed. C.S.L. “Louise Michel”, 2021, pag. 79;
  • Dario Lanzardo, La rivolta di Piazza Statuto. Torino, luglio 1962, ed. Feltrinelli, 1979, pag. 213;
  • Mario Mieli, La gaia critica. Politica e liberazione sessuale negli anni settanta. Scritti (1972-1983), ed. Feltrinelli / Marsilio, pag. 359;
  • Livio Marchese, «Né in tera, né in mare, né in cielo». Il cinema randagio di Sergio Citti, ed. La Fiaccola, 2009, pag. 272;
  • Claudio Lavazza, Pestifera la mia vita, ed. L’Impatience, 2021, pag. 323;
  • Yves Pagés, Liabeuf. L’ammazzasbirri, ed. L’Impatience, 2021, pag. 133;
  • La guerra di classe in Spagna: 1973. Gangsters o rivoluzionari?, ed. Monte Bove / Archivio di documentazione “Franco Di Gioia” / Spazio Anarchico “Lunanera” / Sa Kàvuna, 2021, pag. 86;
  • Alfredo Cospito e molti altri, Quale Internazionale?, ed. Monte Bove, 2021, pag. 296;
  • Giorgio Samorini, L’erba di Carlo Erba. Per una storia della canapa indiana in Italia 1845-1848, ed. Nautilus, 2014, pag. 171;
  • Contro la pedagogia, qualsiasi pedagogia. Riflessioni di un individualista anarchico sul tema dell’educazione, della scuola e degli orientamenti pedagogici libertari, ed. Nero Abisso, s. d., pag. 27;
  • Albert Caraco, Breviario del caos, ed. Nero Abisso, s. d., pag. 84;
  • Dimitris Koufontinas, L’Organizzazione Rivoluzionaria 17 Novembre. 13 risposte dal carcere, ed. PGreco, 2021, pag. 122;
  • International Union of Left Publishers (a cura dell’), La Comune di Parigi, ed. Red Star Press, 2021, pag. 144;
  • Giuseppe Bucalo, DIzionARIO antipsichiatrico. Esplorazioni e viaggi attraverso la follia, ed. Sicilia Punto L, 2006, pag. 131;
  • Joan Busquets Vergés, Il semplice. Un guerrigliero anarchico racconta, ed. Zero in condotta, 2021, pag. 251;
  • Emma Goldman, Un sogno infranto. Russia 1917, ed. Zero in condotta, 2017, pag. 114;
  • Louise Michel, Presa di possesso, ed. Zero in condotta, 2021, pag. 79;
  • Eulàlia Vega, Pioniere e rivoluzionarie. Donne anarchiche in Spagna (1931-1975), ed. Zero in condotta, 2017, pag. 318;
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L’umanità è un rischio da correre. Contro il green pass, l’obbligo vaccinale e molto altro

Abbiamo compreso da tempo che le varie questioni che si presentano in questo mondo non sono scollegate. Un mondo in guerra, presenta il suo conto di miseria, morti, persone in fuga. Un pianeta sfruttato e inquinato, presenta il suo conto in termini di cambiamenti climatici, devastazione della natura, malattie e ancora persone in fuga. Un mondo in cui accumulazione di ricchezze significa accumulazione di potere, ciò che ne deriva è la esclusione e repressione di coloro che a quelle ricchezze non possono accedere. Questi argomenti, ripetuti ormai da secoli, non sembrano cogliere il segno in un periodo in cui, a verificarsi, sono tutte le condizioni descritte, in maniera accelerata ed esponenziale. I discorsi fatti attorno alla pandemia, alla salute e alla gestione repressiva e mercificata che ne è conseguita, come possono essere separati da tutto il resto?

Come è possibile guardare alla guerra, in atto in tanti Paesi nel mondo, di cui i venditori di armi sono responsabili fino al midollo (Italia in prima fila) e non rendersi conto di quanto il militarismo abbia invaso anche il nostro quotidiano, con una richiesta continua di obbedienza e disciplina? Come è possibile guardare e opporsi ad una grande opera o una nocività che devasta e colonizza un territorio e non rendersi conto che il profitto e lo sfruttamento che ne sono la causa sono gli stessi che regolano la produzione e somministrazione di vaccini (o meglio terapie geniche) che utilizzano come cavie miliardi di corpi nel mondo, poiché di capitalismo stiamo parlando?

E infine come è possibile non rendersi conto della stretta securitaria, discriminatoria e totalitaria che l’utilizzo di uno strumento come il green pass comporta? Non è solo la socialità ad essere preclusa per molte persone che rifiuteranno di vaccinarsi, così da stigmatizzare chi deciderà di continuare a scegliere, ma molte persone si troveranno a dover fare i conti con la sopravvivenza, sospesi dal lavoro e impossibilitati a trovarne un altro. Ciò che dovrebbe essere intimo e personale, vaccinarsi o meno, diventa un ricatto costante, da esibire e mettere in mostra, da controllare costantemente, da punire.

L’umanità è un rischio da correre. Obbedire e accettare passivamente ciò che è ingiusto non farà altro che stringere le catene, per tutti. Poiché la libertà non è un confine, essa aumenta laddove aumenta quella degli altri e viceversa. Strumenti come il green pass invece sono strumenti di controllo, ricatto, esclusione, e come tali inaccettabili. Non più esseri umani, solo numeri e codici. È importante rifiutarsi di chiederlo, scaricarlo, esibirlo, laddove è possibile. E non curarsi delle conseguenze legali. Non cedere al ricatto della paura e praticare solidarietà.

Poiché nessun cambiamento importante è possibile senza opposizione e rifiuto.

Umanità

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Claudio Lavazza, Pestifera la mia vita

Chi è Claudio Lavazza lo si intuisce fin dalla prima pagina di questo
libro: le azioni di cui è accusato parlano chiaro. Un ribelle, anarchico, guerriero, espropriatore, che ha partecipato, insieme a tanti giovani della sua generazione, al tentativo di cambiare la società e il
mondo, assumendosi tutta la responsabilità di farlo con gli strumenti che riteneva adeguati. La sua biografia non è soltanto una testimonianza in più sulla lotta armata di fine anni Settanta inizio anni Ottanta, ma è anche il ritratto di un uomo che, caso piuttosto raro, nella stagione di spietata repressione dell’insorgenza armata in Italia, non si rifugia all’estero per accomodarsi tra le promesse di governi più o meno garantisti, non accetta la condizione di rifugiato politico, ma prosegue la sua lotta Oltralpe, mettendo in pratica con lucida coerenza i princìpi dell’internazionalismo proletario e dimostrando che, proprio
come l’ingiustizia e la disuguaglianza, anche l’urgenza di combatterle
non conosce frontiere. Con una ferrea disciplina e una cosciente
determinazione, non pensa ad arricchirsi e a sistemarsi, nonostante gli
espropri per i quali è stato condannato abbiano fruttato bottini più che
allettanti. Prosegue la sua lotta affrontando le difficoltà di ogni
esiliato e di ogni perseguitato. Claudio pretende non venga tirata una
riga sulla sua esperienza, che mai considera conclusa, nemmeno quando,
nel dicembre del 1996, a Cordoba, viene ferito in un conflitto a fuoco e
poi arrestato: la sua battaglia prosegue anche in carcere. In quel
“carcere dentro il carcere” che è il regime Fies dello Stato spagnolo,
al quale è sottoposto per un lunghissimo periodo. Un’esperienza di oltre
quarant’anni, che unisce senza ripensamenti le lotte di ieri a quelle di
oggi, con una visione concretamente internazionalista e ostinatamente
radicale. Attraverso i suoi racconti, Claudio ci trasmette la forza che
ha animato le sue battaglie, messe a dura prova dall’esilio prima e dal
carcere fino ai giorni nostri, senza perdere quell’entusiasmo che gli ha
permesso di affrontare, giorno dopo giorno, l’isolamento e la tortura
della reclusione.

Edizioni Impatience, ristampa aggiornata, luglio 2021, pag 328, euro 13.

Disponibile in biblioteca per la consultazione e l’acquisto

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La Democrazia

Tutta la Russia liberale è in sommovimento. Volge gli occhi in alto, verso il nuovo ministro Sviatopolk. Da lì si attendono le riforme, da lì si ascoltano gli inni al liberalismo… Si dice che arriverà la fine dello zarismo autocrate, che da quel momento l’individuo sarà libero, la scienza fiorirà e il popolo smetterà di essere oppresso. Gli uni – i liberali – sono pronti al completo a decorare il monumento alla Libertà Nazionale, e allo stesso tempo stanno attenti a farsi proteggere da un esercito di poliziotti. Gli altri – socialdemocratici e socialrivoluzionari -, affannati per l’entusiamo, stanno convincendo i lavoratori che la Democrazia è un’arma eccellente per la successiva liberazione operaia. Allora si rallegreranno tutti… Con passione si sono dati alla loro santa opera: costruirsi il loro piccolo nido democratico. I socialisti accompagnavano la loro opera con inni socialisti. Però per voi, per la classe operaia, c’è qualche ragione per essere allegri? Non sarebbe bene chiedersi che cosa sia mai la Democrazia, e che cosa vi dia, che cosa possa darvi?

La Democrazia significa governo del popolo. Il popolo invia i suoi rappresentanti al parlamento ed i deputati riuniti difendono gli interessi dei gruppi che li hanno inviati. Il diritto al voto pare fondamentale. Spesso, il popolo si chiede – non sempre e non dappertutto – se una tale decisione convenga. In certi paesi, i democratici aspirano alla legislatura popolare diretta, affinché il popolo stesso promulghi la legge. Nella Democrazia avrete la libertà di espressione, di stampa e di riunione. In alcuni paesi tali libertà sono maggiori, in altri meno. Così, come vedete, per Democrazia s’intende il governo popolare. Ma voi, operai, dovete riflettere su che utilità abbia e possa avere la Democrazia per la vostra lotta. Questa questione potrete risolverla solamente se non vi dimenticate di un fatto, che la società attuale è divisa in classi. Questo significa che da un lato esistono i proprietari, che hanno nelle loro mani la terra, le macchine, i prodotti, le case, tutto ciò che è necessario per l’esistenza umana; dall’altro lato vi sono i lavoratori, che non posseggono nulla e vendono i propri corpi, cervelli e anime al Capitale, i disoccupati e i contadini, affamati, ingannati, che esauriscono la linfa vitale della madre terra e di loro stessi, gravati da debiti e tasse. Voi: la classe. La vostra felicità e la pace, la vostra stessa esistenza, dipendono da un’unica condizione: con la violenza dovete prendere nelle vostre mani le ricchezze della terra e distruggere lo Stato, questo Stato che da sempre governa sopra di voi e da sempre difende i ricchi dalle vostre rivolte. Operai, ora dovete capire che, nonostante siate una classe per la vostra condizione, siete ancora lontani dall’essere una classe nei fatti, con piena coscienza di sé. È così perché la gran parte di voi non agisce come una classe… No, state difendendo i vostri signori, i vostri nemici. Sono tante le ragioni della vostra disgrazia. Una di esse è che i preti, gli scienziati, gli avvocati e gli artisti della classe padronale cercano di nascondere il fatto che voi siete i nemici di questo sistema, gli schiavi, carne da cannone. Vogliono convincervi che voi e i vostri nemici siete un unico popolo, una nazione. Ma il vostro obiettivo, il vostro compito, la vostra unica aspirazione, deve essere quella di togliere tutto alla nobiltà ed ai proprietari. Dovete fare la rivoluzione sociale e per farla dovete lottare. Voi disoccupati dovete prendervi quel che vi manca e dovete armarvi. L’operaio deve smetterla di offrire i propri muscoli per accumulare le ricchezze degli altri e deve attaccare la proprietà. I contadini devono occupare le terre, saccheggiare i boschi dei latifondisti.

Ci sono altri mezzi di lotta? No!

La classe ha solo ciò che ha conquistato. La forza della classe operaia, risiede nella violenza, perché non possiede nulla, non ha nessuno che la difenda, né un esercito che possa lottare per lei…

Durerà molto la necessità della violenza? Fino a che ci sarà lo Stato, che genera e tutela la proprietà, il maggior sostegno della violenza e della malvagità. Non dimenticate questi tre punti: siete una classe nemica di qualsiasi nazione, vi convertirete in una classe quando agirete, e le vostre azioni seguiranno la via della violenza.

Detto ciò, ora sarà piuttosto facile rispondere alla seguente domanda: <Che importanza ha la Democrazia per voi?>.

In effetti la Democrazia è il governo popolare. Così la gran parte delle domande ha già una risposta. Ciononostante, qualsiasi governo nel passato e nel futuro è servito e servirà solo come strumento di oppressione e rancore; non sarebbe male riflettere un po’ sul significato di governo popolare. Il popolo racchiude in sé sia il lupo che l’agnello, le fiere e le prede sgozzate. Le bestie sono i proprietari e le prede sono gli esclusi. Il governo popolare deve giungere a dei compromessi con le sue leggi. Riuscite ad immaginare, per un solo istante, di stare seduti assieme ai vostri nemici? Cosa significa per voi la maggioranza dei voti? È superfluo dire che in futuro la gente libera non deciderà certo le cose in questo modo…Per voi operai che senso avrebbe la maggioranza borghese dei voti… Tra voi e la borghesia c’è una differenza qualitativa e non tanto quantitativa… Voi volete distruggere ciò che essi proteggono, ed in ogni istante di questa lotta loro sono i vostri nemici. E quando raggiungeranno la maggioranza, cosa che può accadere solo quando si appoggeranno sui vostri fratelli incoscienti e vessati dalla paura, bisognerà comunque continuare a lottare, a lottare con violenza. La violenza è l’unica sorgente della vostra forza. Proprio perché siete in tanti non dovete inginocchiarvi davanti a loro, ma dovete iniziare a lottare.

E così, a voi – che siete solo figli di una classe e non di una nazione – si offrirebbe di dar vita ad un governo popolare… Perché? Vogliono che voi vi sentiate membri della società borghese e dimentichiate il bisogno di distruggerla. I nostri nemici si preoccupano sul serio dell’opinione della maggioranza? Suvvia! Quando c’è sciopero e gli operai – la maggioranza di una città – si ribellano, loro rispondono con le pallottole o il carcere. La Democrazia vi dice: <Parla di quel che vuoi, scrivi quel che vuoi ma… non toccare la proprietà privata, né lo Stato!>.

I vostri interessi andranno sempre contro tutto ciò. I vostri interessi vi spingeranno sempre a prendervi tutto, fino alle fondamenta, a distruggere e destabilizzare lo Stato.

Allora, se siete democratici, potrete godere delle libertà perché non intaccate le fondamenta (la proprietà), e se non siete democratici e praticate la lotta di classe non avrete mai tale libertà. Vi possono parlare delle libertà di riunione, associazione, espressione, stampa, ecc. Ma voi dovete riunirvi con altri obiettivi, per leggere, studiare e pianificare le vostre forze, per poter attaccare la proprietà in un modo efficace. (…)

I comunisti anarchici russi, 1904

Anarchici di Bialystok 1903-1908, Ed. Bandiera Nera

disponibile in distribuzione e per la consultazione

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Contro la pedagogia, qualsiasi pedagogia

Martedì 3 agosto ore 19:30
“Contro la pedagogia, qualsiasi pedagogia”
Riflessioni di un individualista anarchico sul tema dell’educazione,
della scuola e degli orientamenti pedagogici e libertari. Ed. Nero Abisso

Presentazione a cura dell’autore

A seguire BRANKO MALACARNE, pank demenziale

Biblioteca anarchica disordine, via delle anime 2/b Lecce
disordine@riseup.net
disordine.noblogs.org

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Nuovi titoli in distribuzione

  • n’Dréa, Medicina maledetta ed assassina, ed. ACRATI, 2021, pag. 56, € 2,50;
  • Alfredo M. Bonanno, A mano armata (terza edizione), ed. Anarchismo, 2021, pag. 332, € 15;
  • Anarchici di Bialystock 1903-1908, ed. Bandiera Nera, 2021, pag. 251, € 10;
  • Varkarides. I battellieri. Il gruppo nichilista di Salonicco 1898-1903, ed. Biblioteca anarchica Sabot, 2021, pag. 56, € 7;
  • Konrad Bayer, La pietra filosofale, ed. Gratis, 2021, pag. 38, € 3;
  • AA. VV., Propaganda. DCetergente del pensiero critico, ed. Gratis, 2021, pag. 242, € 12,50;
  • Misato Toda, Anarchismo in Giappone. Scritti scelti, ed. Centro Studi Libertari “Louise Michel”, 2021, pag, 79, € 5;
  • La guerra di classe in Spagna: 1973. Gangsters o rivoluzionari?, ed. Archivio di Documentazione “Franco Di Gioia” / Spazio Anarchico “Lunanera” / Sa Kàvuna / Monte Bove, 2021, pag. 86, € 5;
  • Jean Barrué, L’anarchismo oggi. Saggio di un anarchico sulle idee libertarie e il movimento operaio, ed. La Fiaccola, 1974, pag. 148, € 4;
  • Michail Bakunin, Organizzazione anarchica e lotta armata (lettera a uno svedese), ed. La Rivolta, 1978, pag. 118, € 5;
  • George Balkanski, Gli anarchici nella rivoluzione bulgara, ed. La Fiaccola, 1981, pag. 207, € 7;
  • Eugenio Battistini, Contro il “Manifesto” di Karl Marx, ed. La Rivolta, pag. 68, € 5;
  • Pino Bertelli, Glauber Rocha. Cinema in utopia. Dall’estetica della fame all’estetica della libertà, ed. La Fiaccola, 2002, pag. 223, € 13;
  • Pino Bertelli, Guy-E. Debord. Il cinema è morto, ed. La Fiaccola, 2005, pag. 261, € 15;
  • Pino Bertelli, Cinema e anarchia III. Nell’età della falsificazione e del conformismo sociale (1992-1998), ed. La Fiaccola, 1998, pag. 210, € 13;
  • Enrico Ferri, Studi su Stirner. L’Unico e la filosofia dell’Egoismo, ed. La Fiaccola, 2021, pag. 252, € 21;
  • Cristiano Gilardi, Arte & educazione. Visioni e pratiche antiautoritarie, 2016, pag. 122, € 13;
  • Petr Kropotkin, L’etica, ed. La Fiaccola, 1990, pag. 312, € 9;
  • Errico Malatesta, Al caffè. Discutendo di rivoluzione e anarchia, ed. CDA / La Fiaccola, 1978, pag. 120, € 5;
  • Pierino Marazzani, La chiesa che tortura. Dalle origini all’età contemporanea, ed. La Fiaccola, 2009, pag. 200, € 14;
  • Livio Marchese, «Né in tera, né in mare, né in cielo». Il cinema randagio di Sergio Citti, ed. La Fiaccola, 2009, pag. 272, € 18;
  • Pierre Méric, La Comune libera, ed. Altamurgia / La Fiaccola, 1981, pag. 99, € 5;
  • Lorenzo Micheli, Il maquis dimenticato. La lunga resistenza degli anarchici spagnoli, ed. La Fiaccola, 2015, pag. 79, € 10;
  • Abel Paz, Durruti e la rivoluzione spagnola, ed. La Fiaccola / BFS / Zero in condotta, 2010, pag. 655, € 25;
  • Marco Piracci, Cyborg. Perché diventiamo ogni giorno più simili alle macchine e come l’istituzione scolastica contribuisce a traghettarci verso l’Homo post-human, ed. La Fiaccola, 2020, pag. 87, € 10;
  • Emilia Rensi, Di contestazione in contestazione, ed. La Fiaccola, 1971, pag. 145, € 5;
  • Antonio Téllez Solà, Sabaté. La guerriglia urbana in Spagna (1945-1960), ed. La Fiaccola, 2005, pag. 303, € 20;
  • Emma Goldman, Amore emancipazione. Tre saggi sulla questione della donna, ed. Ipazia, 1976, pag. 61, € 4;
  • Alfredo Cospito e molti altri, Quale Internazionale?, ed. Monte Bove, 2021, pag. 296, € 5;
  • Jean-Pierre Garnier, Smart city. La “città radiosa” nell’era digitale, 2019, pag. 37, € 3,50;
  • Tom 2.0, Benvenuti a smart city (che non è intelligente e non è una città), 2021, pag. 46, € 3,50;
  • Jean Vigo, Zero in condotta, 2021, pag. 181, € 12;
  • Contro la pedagogia, qualsiasi pedagogia. Riflessioni di un individualista anarchico sul tema dell’educazione, della scuola e degli orientamenti pedagogici libertari, ed. Nero Abisso, s. d., pag. 27, € 3;
  • Max Stirner e la filosofia dell’insurrezione: uno strumento in più per l’approccio a L’Unico e la sua proprietà, ed. Nero Abisso, s. d., pag. 78, € 3;
  • Gustavo Rodriguez, Da qualche parte nel mondo. Lettera ad un cileno, ed. Nero Abisso, 2020, pag. 45, € 3;
  • Giuseppe Bucalo, DIzionARIO antipsichiatrico. Esplorazioni e viaggi attraverso la follia, ed. Sicilia Punto L, 2006, pag. pag. 131, € 5;
  • Giuseppe Bucalo, Dietro ogni scemo c’è un villaggio. Itinerari per fare a meno della psichiatria, ed. Sicilia Punto L, 2002, pag. pag. 125, € 5,20;
  • Michela Zucca, Donne delinquenti. Storie di streghe, eretiche, ribelli, bandite, tarantolate, ed. Tabor, 2021, pag. 368, € 13;
  • Joan Busquets Vergés, Il semplice. Un guerrigliero anarchico racconta, ed. Zero in condotta, 2021, pag. 251, € 15;
  • Emma Goldman, Un sogno infranto. Russia 1917, ed. Zero in condotta, 2017, pag. 114, € 10;
  • Louise Michel, Presa di possesso, ed. Zero in condotta, 2021, pag. 79, € 7;
  • Eulàlia Vega, Pioniere e rivoluzionarie. Donne anarchiche in Spagna (1931-1975), ed. Zero in condotta, 2010, pag. 318, € 20;
  • 5G & energia: i buchi nella rete. Fra sineddochi e paradossis. e., 2021, pag. 44, € 3;
  • Caligine n°2. Parole al negativo tra le fosche tinte della realtà, primavera – estate 2021, pag. 40, € 4;
  • Nega-Zine n°5, ed. Anarchismo, 2021, pag. 61, € 5;
  • Vetriolo n°6. Giornale anarchico, estate 2021, pag. 16 + Inserto pag. 20, € 2 + 2;
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Chi costruisce prigioni, chi costruisce libertà!

“Chi costruisce prigioni s’esprime meno bene di chi costruisce la libertà”, affermava un poeta anarchico alcuni decenni fa. E la lingua in effetti, intesa come espressione di un mondo, è una questione centrale in questo periodo, sebbene in maniera inversa a quella riconosciuta dal poeta; chi costruisce prigioni sta affermando un pensiero unico dominante, mentre chi vuole costruire libertà è costretto all’angolo, come spesso accade, del resto. Hanno iniziato con il confinamento per tutti, poi è arrivato il coprifuoco; ora l’attacco è diretto verso chi non è vaccinato, a cui verranno tolte le pur minime libertà se non si convince a farlo. Ciò che fa più paura è il plauso della zona grigia, e cioè la maggioranza dei cittadini, soprattutto di sinistra, convinti che sottrarre libertà sia la strada per risolvere i problemi di tutti. Se non ci si allinea al pensiero unico si è considerati irresponsabili. Non si comprende che l’applicazione di tali misure sarà estesa man mano a tutti, indipendentemente dagli aspetti sanitari: se non si è in regola con quanto prescritto dallo Stato, qualunque cosa essa sia, si verrà esclusi dai servizi e dalla vita sociale.

Eppure le domande si moltiplicano. Perché mai bisognerebbe fidarsi di chi sta usando i corpi di miliardi di persone come cavie per trarne profitto stratosferico e informazioni genetiche? Perché mai bisognerebbe fidarsi di chi ha creato l’emergenza sanitaria: ignorando per anni che essa potesse presentarsi, smantellando la sanità per decenni, territoriale e centralizzata, di fatto creando le condizioni per la morte di molte persone – bisognerebbe ricordarlo quando si viene annebbiati continuamente con i numeri e si dice che le terapie intensive sono al collasso. Perché mai bisognerebbe fidarsi di chi alimenta una guerra permanente, così da gestire in maniera militare ed emergenziale qualsiasi problema si presenti e far accettare qualsiasi abominio? Perché mai bisognerebbe fidarsi di chi sfrutta e devasta il pianeta, di fatto creando le condizioni perché epidemie possano presentarsi? Il salto di specie ha, infatti, una causa ambientale. Perché mai bisognerebbe fidarsi di chi svolge ricerche criminali in laboratorio per aumentare la pericolosità di un virus? Ciò accade e viene consentito nel nome della scienza. Già! Quella scienza padrona del mondo, accettata in maniera fideistica, come un oracolo. Niente dubbi, niente pensiero critico, solo obbedienza. Questo il mondo che si prospetta. Un mondo di schiavi digitalizzati e medicalizzati, senza esperienza, senza autonomia, senza libertà. Incapaci di svolgere qualsiasi attività quotidiana senza l’aiuto o l’imposizione di una macchina, una app, un dispositivo. Laddove non saranno le stesse macchine a sostituire definitivamente l’essere umano, ormai surplus di un’economia e di un mondo governato da processi informatici e dalla paura.

E sia!

Non vi è solo chi costruisce prigioni. Vi è anche chi costruisce libertà. Chi è bandito, escluso, clandestino. Chi difende la propria autonomia, la propria esperienza, la propria cultura, la propria storia. Chi non sarà suddito, schiavo, soldato, chi non sarà un corpo da ricombinare.

Chi continuerà a sabotare questo mondo!

Chi costruisce

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Contro lo Stato

(…) Farò un breve discorso per cercare di capire perché siamo contro lo Stato. Ma come? La gente pensa che lo Stato siamo noi, siamo tutti! Lo Stato italiano, pensate un po’, ci difende, noi abbiamo un esercito, noi abbiamo frontiere custodite da persone che indossano una divisa. Ma per difenderci da che cosa? Dai nostri amici vicini. Possono questi nostri amici vicini costituire per noi un pericolo? No, che c’entra, non possono costituire per noi un pericolo. E allora che caspita fanno tutti questi uomini in divisa? Per difenderci da che cosa? Da qualche pazzo furioso che viene dalle lontane lande della miseria dove le nostre industrie belliche hanno spedito i loro armamenti, perché si facciano là i massacri. Massacri quotidiani, di donne e bambini, di uomini! Poi loro arrivano qua e ci sparano qualche bombetta tra le gambe. E allora bisogna naturalmente difendersi, lo Stato è questo!

Lo Stato è quella forza disumana che mi permette in questo momento di avvicinarmi a voi attraverso questo strumento che ho nelle mani, che mi aiuta a dire quello che ho in mente. Liberamente. Perché siamo in un Paese libero fino a un certo punto! Perché? Se facciamo l’elenco delle cose che si possono fare e a fianco ci mettiamo l’elenco delle cose che non si possono fare, queste seconde cose sono come numero e come importanza di gran lunga superiori alle prime! Io per esempio non posso entrare in un luogo dove si trovano i soldi, allungare la mano, prenderne una parte che per me è la sopravvivenza e portarmeli fuori. Perché immediatamente fuori dalla porta trovo un uomo in divisa che mi dice: “Fermo!” Hai commesso questo reato, e quindi vieni con me che ti porto in caserma.

Questo è lo Stato! E questa è l’efficienza dello Stato, questo è lo Stato che ci tutela. Fino ad un certo punto amici miei! Ci tutela e ci fa permanere nella nostra condizione di sudditi! Non dimentichiamola questa parola, mai! Sudditi, vuol dire gente che sta sotto, dobbiamo stare sottomessi, persone che non possono alzare la testa! Che non possono definirsi individui! Uomini, donne. No! Sudditi! Guai se qualcuno di questi sudditi dice qualcosa che non va detto! O che non va fatto. Perché evidentemente l’efficienza dello Stato si erge come la testa della medusa e si abbatte sul povero disgraziato. Ma quando invece emergono bisogni urgenti, e quindi esigenze radicali come quelle che viviamo in questi giorni, quando lo Stato dovrebbe fare delle cose essenziali, ecco che queste cose per esempio è inutile che ci prendiamo in giro stiamo parlando della sanità, ecco che improvvisamente queste cose che lo Stato è chiamato ad assolvere, tentennano. Ogni giorno ci sono comunicati, uno diverso dall’altro. Comunicati che vengono emanati senza un minimo di criterio, dai mezzi di informazione e che non hanno senso! Non hanno significato! Perché non sono costituiti su campioni qualificati. Che vuol dire campioni qualificati? Vuol dire che io dico che su 100.000 che hanno fatto i tamponi ci sono stati 20.000 colpiti dal virus, quei 100.000 da che cosa sono costituiti? Che cos’è un numero? 100.000 che vuol dire? Il campione dovrebbe essere selezionato, esso è costituito da tutte le fasce sociali, da tutte le attività sociali, a tutti i livelli d’età, da tutti i livelli sociali che si sono formati via via, e questo sarebbe un metodo che avrebbe un senso. Allora quei 10.000 che sono contagiati, avrebbero un loro significato, 7-800 morti avrebbero un significato. Allora, parliamoci chiaramente, lo Stato non fa il suo mestiere. Non lo fa per tre motivi. Primo, perché non lo sa fare. Perché in effetti lo Stato non sa che fare una cosa sola: la repressione! Secondo: non ci fornisce i dati perché ha paura di fornirceli, qualora riuscisse a fornirceli. Terzo perché i suoi scopi indiretti e non tanto nascosti sono quelli di tenerci nella nostra miseria culturale!

Nella nostra miseria della conoscenza. Noi stiamo perdendo la capacità di capire! La capacità di conoscere! La capacità di studiare! La capacità di approfondire. Questo stiamo perdendo! Ed è questo ciò che lo Stato vuole, per trasformare la società in un insieme di fantasmi acconsenzienti. Per cui qualunque messaggio, qualunque azione, qualunque gesto, qualunque repressione, qualunque massacro realizzato dallo Stato passerebbe inosservato. Ecco quello che gli anarchici questa sera, nonostante la mia voce piuttosto farfallante, cercano di dire: attenzione, guardate sempre con sospetto tutte le azioni che provengono dallo Stato. Tutti i fatti, tutti i provvedimenti, tutto quello che proviene dallo Stato. Sottoponetelo ad una critica, una critica forte e penetrante, finché ne saremo capaci. Grazie.

Intervento di Alfredo M. Bonanno, Trieste, 18 dicembre 2020

CONTRO LO STATO, Comizi anarchici a Trieste, Autunno 2020, Ed. El Rusac

disponibile in vendita e per la consultazione

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Serata benefit anarchici e anarchiche detenuti in Cile

Venerdì 9 luglio ore 19:00

Chiacchierata con una compagna della rete solidarietà
con i prigionieri e prigioniere politici in Cile

Accusati di una serie innumerevole di azioni contro lo Stato e il
Capitale – espropri, attacchi incendiari e dinamitardi, invio di plichi
esplosivi-, negli ultimi anni molti anarchici in Cile sono stati
coinvolti in operazioni repressive e si trovano in carcere, dove
continuano a lottare contro i tentativi di annientamento psico-fisico
posti in essere dalle istituzioni penitenziarie, che agiscono nello
stesso modo, tanto a Santiago quanto a Santa Maria Capua Vetere o a
Lecce.

A seguire alle ore 21:00
Karaoke benefit, bar, distribuzione di stampa anarchica

Biblioteca anarchica disordine, via delle anime 2/b lecce
disordine.riseup.net

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Fiera dell’editoria anarchica – Pensiero e azione

Tre giorni di diffusione e propaganda delle idee anarchiche. Tre giorni di libri, incontri, presentazioni e discussioni per parlare della storia e dell’attualità del pensiero e dell’azione anarchica, del legame indissolubile che le unisce e della loro capacità di incidere nel mondo nella prospettiva di cambiarlo.

Venerdì 4 giugno
Ore 18.30: Apertura della fiera e degli stand di stampa anarchica
Ore 20: Musica dal vivo con Past&Fasul, tra swing, gipsy, folk e jazz

Sabato 5 giugno
Ore 11: Controllo dei corpi e obbligo vaccinale: una questione non rinviabile
A cura di alcune compagne e discussione.
Ore 13.30: Pranzo
Ore 15.30: Uno sguardo su guerra e frontiere attraverso l’individuazione di alcuni responsabili.
Discussione a partire da: Nemici di ogni frontiera. La lotta contro il Cpt nel Salento, ed. Anarchismo, 2019, a cura di Alcuni nemici di ogni frontiera
Leonardo-Finmeccanica e il militarismo nel tarantino. Una breve ricognizione a cura di alcuni compagni della Masseria Foresta
Ore 17.30: La critica radicale alla società tecno-industriale nel pensiero di Ted J. Kaczynski.
A cura di alcune compagne e discussione
Ore 20: Cena
Ore 21: Musica dal vivo con Pippop, rap hardcore

Domenica 6 giugno
Ore 11: Fuoco! Sangue! Veleno! Patto con la morte. Anarchici a Marsiglia alla fine del XIX secolo, Ed. Indesiderabili, 2020
Presentazione del libro a cura degli editori e discussione
Ore 13.30: Pranzo
Ore 16: Scienza, tecnica e tecnologia invadono sempre più ogni aspetto dell’esistente, tendendo alla realizzazione di un Dominio totale. Che cosa può suggerire tale consapevolezza?
Discussione a più voci con un curatore di Contro lo scientismo. di Pierre Thuillier, S-edizioni, 2020 e alcune redattrici di Chrysaora, rivista anarchica, Chrysaora edizioni.
Ore 20: Cena

Via Silvio Pellico Lecce, traversa di via Taranto
disordine@riseup.net

Sono benvenute le distribuzioni di stampa anarchica e di critica radicale.
A chi viene da lontano, chiediamo di avvisarci con qualche giorno di anticipo per poterci organizzare

 

 

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