La montagna e il topolino

All’alba di giovedì 29 settembre una decina e più di poliziotti si sono presentati all’abitazione di un compagno con un mandato di perquisizione per il reato di imbrattamento che un pm del tribunale di Lecce non ha avuto vergogna a firmare. Accertatisi della sola presenza dell’indagato, hanno deciso di mandare via gli agenti delle volanti per rimanere solo in sei della Digos, alla ricerca di indumenti e bombolette spray. Oltre all’abitazione hanno perquisito anche l’auto, un ciclomotore e un’abitazione in un altro comune cui aveva facile accesso il compagno; il verbale di perquisizione ha avuto esito positivo. Infatti oltre ad un casco, una giacchetta e l’ultima copia di Vetriolo, che sono stati resi al proprietario in questura, hanno deciso di sequestrare un paio di anfibi e tre adesivi in solidarietà ad Alfredo Cospito, perché, a detta loro, molto inerenti alle scritte su cui indagano. Così si inizia a dipanare la matassa su tanta solerzia investigativa per cotanto reato, un ispettore della Digos, infatti, ha comunicato all’indagato che le indagini riguardano delle scritte apparse a Calimera (LE) l’8 settembre (lo si apprende da fonti giornalistiche perché il verbale dice 18 settembre) durante l’indetta “settimana della legalità” in occasione delle commemorazioni per l’anniversario della strage di Capaci, in cui perse la vita anche un calimerese che faceva parte della scorta. Comincia ad avere più senso la vicenda: qualcuno, irritato per l’accanimento dello Stato nei confronti di Alfredo e magari indignato per l’opera di santificazione di giudici e poliziotti, deve aver vergato quelle scritte per evitare che se la suonassero e cantassero da soli. È dunque evidente che lo Stato, con o senza Governo, si ostina nel cercare di rendere invisibile Alfredo e le infami condizioni detentive a cui lo sottopone. Averlo ricordato, pretendendolo libero, durante le celebrazioni di quelle vicende che portarono all’istituzione “temporanea” del nefasto articolo 41 bis, deve aver infastidito non poco e li ha fatti precipitare nel ridicolo.

Si ribadisce la massima solidarietà ad Alfredo e a tutti i compagni imprigionati nelle varie carceri del mondo per amore di libertà ed odio verso chi la nega!

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